In questo periodo di emergenza sanitaria e lockdown sono molti i professionisti e gli enti che stanno riflettendo sul futuro del turismo e su come cambieranno le esigenze dei viaggiatori.
La pandemia Covid-19 sta mettendo in evidenza molte criticità del sistema economico e sanitario di molte nazioni ma anche la necessità e il desiderio di nuovi stili di vita più sostenibili e più attenti all’ambiente e alla salute.
Da cosa saranno attratti i viaggiatori di domani?
Per questo motivo i viaggiatori di domani saranno sempre più attratti da un turismo basato su natura, attività all’aria aperta, benessere, cibo sano, esperienze in grado di ispirare e trasformare. Una volta terminato il lockdown ci sarà voglia di tornare a viaggiare anche se si dovranno fare i conti con paura, incertezza e per molti minore capacità di spesa.
Questo porterà allo sviluppo di un turismo di prossimità e alla scoperta (o riscoperta) delle tante bellezze del nostro Paese a partire dai parchi naturali e dalla montagna; un turismo orientato verso i piccoli comuni delle aree interne, cibo di qualità, attività outdoor, cammini da intraprendere a piedi o in bicicletta.
Quali proposte stanno emergendo?
In questa direzione vanno anche le “11 proposte per ripartire dalla mobilità dolce e dal turismo sostenibile vivendo la natura ed i piccoli borghi” elaborate dall’Alleanza per la Mobilità Dolce (AMODO).
Questo vuol dire che borghi e aree interne dovranno farsi trovare pronti rispetto questa nuova sfida, delicata e complessa, che rappresenta un’opportunità importante per farsi conoscere, ampliare e consolidare i propri servizi (non solo per i turisti ma in primis per i propri abitanti) e dar vita a nuovi posti di lavoro.
Quali strategie mettere in campo?
Diventa fondamentale iniziare fin da oggi a pensare al futuro e a nuove modalità per comunicare il territorio e per proporre esperienze in tutta sicurezza per viaggiatori e cittadini, individuare e valorizzare le risorse materiali e immateriali che caratterizzano i piccoli centri rurali e montani, superare il digital divide (l’accesso alla banda larga deve diventare un diritto primario di ogni cittadino), ripensare e riorganizzare l’offerta, comprendere l’importanza del fare rete, differenziarsi, promuovere forme di mobilità più sostenibile.
Al momento è difficile fare previsioni sulla ripartenza del turismo ma è possibile riflettere su nuove strategie, nuove narrazioni e nuove alleanze tra operatori tenendo presente che quando si tornerà a viaggiare si inizierà a farlo proprio a partire dal turismo di prossimità e dal turismo slow e sostenibile e che piccoli Comuni e aree interne potrebbero diventare i protagonisti del turismo post Covid-19.