I fondi strutturali, quali sono?
Le misure attivate e allo studio dalla Commissione Europea per far fronte all’attuale situazione di emergenza, sono molteplici: tra queste rientra anche la possibilità di permettere che gli Stati Membri procedano a ridestinare le quote dei fondi strutturali ancora non spese.
I fondi strutturali sono risorse, di origine europea, gestite su livello nazionale e regionale nell’ambito di programmi di intervento tematici, definiti in fase di avvio della programmazione: i principali fondi strutturali che interessano l’Italia sono il FESR – Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, e il FSE – Fondo Sociale Europeo.
Ciascuno è destinato a sostenere investimenti in specifici ambiti di intervento: mentre il FESR è sostanzialmente finalizzato ad investimenti per uno sviluppo competitivo e sostenibile, il FSE guarda all’inclusione sociale, alla formazione e al lavoro.
Queste risorse sono gestite e attivate nell’ambito di Programmi Operativi – Nazionali o Regionali – attraverso bandi di contributo rivolti a imprese, Enti locali, non profit.
Possibilità di riprogrammazione?
L’ipotesi allo studio è ora quella di riprogrammare tali fondi per destinarli a misure eccezionali di supporto al sistema economico, tese a far fronte all’emergenza generata da Covid-19.
Si tratterebbe per l’Italia di un pacchetto di risorse di circa 11 miliardi, costituiti da residui non ancora spesi nell’ambito della vigente programmazione 2014/2020.
Il confronto in questi giorni verte sulla possibilità di derogare (o meno) il vincolo geografico che lega le risorse ai territori target per i quali sono state stanziate: si tratta di una, eventuale, flessibilità che è però ancora in fase di verifica.
Già confermata, invece, la possibilità di superare le soglie previste per gli Aiuti di Stato, misura che permetterà a Stato e Regioni di incrementare la liquidità attivabile per il sistema produttivo e per misure di sostegno al reddito